Tirano, crocevia delle Alpi        

Tirano per un weekend di gusto all’insegna di un viaggio nel viaggio, sul mitico trenino rosso a zonzo sulle Alpi e in sella ad una bici sul Sentiero Valtellina, è una tappa da sogno.

Sono tante le sensazioni fantastiche che si avvertono fra le chiesette che fanno capolino fra le vecchie case grigie e le  fontane di pietra che evocano un tempo passato di dura fatiche su fazzoletti di terra racchiusi dai muretti dei terrazzamenti. Sentieri battuti da monaci e viandanti che s’intersecano in una sorta di ideale staffetta fra valori spirituali e terreni.

Tirano è una bella località al confine tra Italia e Svizzera, nel cuore delle Alpi, da sempre crocevia di popoli e culture, che hanno lasciato tracce indelebili come l’imponente Basilica della Madonna di Tirano, splendido esempio cinquecentesco di Rinascimento valtellinese. Fu eretto dopo l’apparizione della Beata Vergine avvenuta nel 1504, con la celebre frase onnipresente “Bene avrai”, un bene che si ottiene osservando il maestoso organo ligneo con 2000 canne, uno dei più grandi d’Europa.

Si passeggia per la cittadina perdendosi con lo sguardo su portoni massicci di palazzi nobiliari, con i grappoli dei glicini che pendono  su cancelli di ferro battuto, come gioielli incastonati in preziosi diademi. Il seicentesco Palazzo Salis, con le sue pregevoli sale affrescate e le nobili cantine; la casa Museo d’Oro Lambertenghi, Palazzo Marinoni, ex convento degli Agostiniani, oggi sede del Comune; Palazzo Pretorio, antica sede dei podestà Grigioni, il cinquecentesco Palazzo Andres, Palazzo Visconti Venosta , con lo splendido portale barocco, Palazzo Merizzi, che presenta un raffinato loggiato, Casa Mazza, dotato di una “stua” dai pregevoli intagli, Palazzo Omodei-Noli Pradella, Palazzo Quadrio Curzio e Palazzo Buttafava,  a cui si aggiunge Palazzo Torelli con l’elegante giardino, Palazzo Pievani con l’annesso campanile medioevale e il nobile Palazzetto Homodei-Marinoni.  Il Museo etnografico, ospitato nella settecentesca, Casa del Penitenziere, custodisce testimonianze preziose della storia del luogo. L’agglomerato abitativo risulta racchiuso dalla Cinta muraria voluta da Ludovico il Moro con le Porte Bernina, Poschiavina e Milanese.

A poca distanza si erge su uno sperone di roccia la graziosa chiesa di San Perpetua che domina la città, attraversata dal Bernina Express che manda il suo fischio per ridestare dall’incanto che si impadronisce di chiunque dinanzi ai segni di un passato che  piacevolmente rapisce restituendo il senso del vissuto odierno.

Fin dal Medioevo, la Valtellina luogo di grande passaggio di popoli diversi è costellata di luoghi di  culto racchiusi nel “Cammino mariano delle Alpi” un filo azzurro  che unisce 23 chiese e santuari mariani che ha il suo centro nevralgico nel sopracitato Santuario della Madonna di Tirano, proclamata “Celeste Patrona della Valtellina” da Papa Pio XII nel 1946, una storica  e suggestiva meta di pellegrinaggio.

Il tratto Teglio–Tirano,  costituito da 11 km  fra memorie del mondo rurale e strade asfaltate,è stato inaugurato nel 2019 con la posa di segnaletica e pannelli informativi  Il “cammino lento “ è articolato su due tracciati, la “via occidentale” da Piantedo a Tirano per 90 km  e la “via orientale”,  da Bormio a Tirano per km 66 . Si tratta di oltre 160 km in 8 tappe che consentono di immergersi in modo mistico nella divina bellezza delle Alpi.

Sono tante le belle terrazze naturali che regalano scorci meravigliosi sugli antichi valichi come i sentieri “del contrabbando” o il sentiero “del pane”, una volta percorso dagli abitanti di Roncaiola che portavano la segale al mulino di Baruffini.  Il sentiero “dei castelli” conduce alla scoperta di fortificazioni, torri, reperti archeologici o la via dei terrazzamenti, lungo il percorso ciclopedonale, che dalla romanica chiesetta di Santa Perpetua porta fino a Morbegno. Piacevoli escursioni che sconfinano in Svizzera e raggiungono il Lago di Poschiavo, come il sentiero Albula-Bernina, via storica verso Coira che costeggia la Ferrovia retica.

La bicicletta è un mezzo ideale per partire alla scoperta del fondovalle sul Sentiero Valtellina che costeggia il corso dell’Adda, fra filari di meleti dai fiori bianchi o fucsia che rapiscono il cuore, fra casolari diroccati con legnaie ed antichi fienili.

La pista ciclabile denominata “Sentiero Valtellina” collega Bormio a Colico con un percorso lungo 114 km. Poco distante da Tirano l’Alpe di Trivigno offre un panorama straordinario con boschi di abeti, pini e larici. Scendendo verso l’Aprica non si può perdere la visita alla Riserva naturale di Pian di Gembro, una delle torbiere meglio conservate d’Europa.

Una tappa da inserire nel weekend a Tirano è la visita a Teglio, uno dei borghi più belli d’Italia e Patria dei pizzoccheri,  con l’Accademia del Pizzocchero in essa presente dal 2002. La località avrebbe dato origine al nome Valtellina “Vallis Tellina”, ovvero valle di Teglio. Fra i diversi tesori da visitare  vi sono la Torre De Li Beli Miri in posizione panoramica sulle valli sottostanti e a poca distanza la Chiesa parrocchiale di S. Eufemia, tappa di partenza del Cammino Mariano delle Alpi verso Tirano; Palazzo Besta una delle dimore rinascimentali  più belle della Lombardia ed unico museo statale della provincia di Sondrio.

L’accoglienza di qualità e alla buona cucina fanno di Teglio una Città Slow certificata, nella rete delle Città del buon vivere. Tirano e la Valtellina rappresentano un vero e proprio trionfo di sapori a partire dalla gustose mele, acquistabili dai piccoli produttori della zona, così come il miele e le confetture. Un tesoro da scoprire sono i tanti vini rossi come Sassella , Inferno e Grumello ma, soprattutto, lo sforzato DOCG, che dopo un lungo invecchiamento diventa un piacere unico. I vini accompagnano delizie culinarie come la bresaola e i rinomati pizzoccheri. Un altro piatto che esalta la convivialità sono gli sciatt e i chiscioi, frittelle  a base di grano saraceno e formaggio filante. I formaggi sono un caposaldo dei prodotti tipici, come il Bitto Dop e il Casera Dop. Fra le dolcezze si annovera la bisciola, le cui fette possono essere come un tempo imbevute nella grappa.